La fusione tra Wind e Tre è stata una delle manovre finanziarie più significative degli ultimi anni, ma come tutti i matrimoni, non sono sempre rose e fiori, infatti AGCOM ha subito messo il dito tra “moglie” e “marito”. Scopriamo insieme cosa è successo!
Già a febbraio la neo-società era stata multata da AGCOM a causa delle violazioni sul regolamento europeo sul roaming internazionale. Pare che la cifra da pagare sia di circa 258 mila euro, chiedendo, inoltre a Wind e 3 Italia il rimborso automatico per tutti i clienti che si sono recati all’estero negli ultimi 9 mesi e che hanno dovuto sottostare ad una tarrifazione maggiore rispetto alle normative. Ad aggravare la situazione negli ultimi giorni è stata la contestazione al no rating su alcune applicazioni al neo-gruppo. L’applicazione della Tre si chiama “Music by 3” e permette ai clienti di ascoltare la musica, presente su un particolare catalogo dell’operatore, anche se hanno esaurito i giga del loro traffico dati. La Wind ha seguito la scia del suo partner con l’app “Veon”.
Questo uso gratuito delle due applicazioni, anche se può sembrare una bella notizia per gli utenti, ha scomodato il Garante per le Comunicazioni , che quindi ha imposto una diffida ai due operatori dall’adottare ancora questa soluzione.
Il provvedimento di AGCOM è stato avviato perchè mette queste app in una posizione di vantaggio rispetto ad altri servizi di streaming musicale come Spotify e Deezer, o di messaggistica istantanea come Whatsapp, Telegram e Messenger, che hanno bisogno di una connessione dati e non possono essere usati dopo che l’utente ha finito i suoi giga di internet.Una discriminazione di questo tipo mette in pericolo la net neutrality, perché induce l’utente ad usare il servizio proprietario offerto dall’operatore a discapito di altri concorrenti che non possono godere dello zero rating. La libertà di scelta da parte dell’utente viene dunque limitata, e ciò contravviene alle norme europee in materia di app e servizi.
Questo non è di certo il primo caso di questa natura, infatti situazioni simili si sono verificate sia in Europa che negli Stati Uniti e sono state affrontate in base alle peculiarità del caso. Ciò fa capire alle istituzioni che c’è bisogno di una legislazione che possa tracciare una linea-guida in merito e stabilire comportamenti e sanzioni unanimi.
In conclusione pare che il matrimonio tra Wind e Tre non sia cominciato nel migliore dei modi, ma i gestori stanno lavorando per trovare una soluzione ed adeguarsi alle regole. Ora non ci resta che aspettare la loro prossima mossa…..
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